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In una Roma baciata dal successo mondiale, nell'epoca in cui il maestro Fellini, con i suoi film, traccia un'impronta che risulterà indelebile anche per gli anni che verranno e contraddistingueranno l'Italia nel mondo, viene a mancare un'attrice che incarna l'anima popolana e vigorosa "de Roma": Anna Magnani. Al suo trististissimo funerale si presenta, elegantissimo, un ragazzo con un mazzo di rose rosse: attira l'attenzione di un altro, minorenne e più timido, che per recarsi a quel funerale quel giorno ha marinato le lezioni della sua quinta ginnasio. Il primo "adesca" il secondo e lo invita al bar offrendogli un superalcolico. Mario, il nostro eroe, si mostra lanciatissimo e con le idee chiare sia per l'impegno da impiegare in politica in anni folgoranti in cui certi slanci per la libertà sono imprescindibili, sia per essere o sentirsi allievo di un altro maestro, poeta, scrittore e regista e difensore delle borgate e degli emarginati, Pier Paolo Pasolini, un padre per lui. L'amicizia tra i due ragazzi corre fitta per ben ventitré anni, quando Mario muore a soli qua-rantuno anni, in un' Italia percossa da Tangentopoli e dal fatidico tintinnio delle manette che provoca la distruzione delle carriere di politici e imprenditori prima, l'implosione di alcuni partiti poi. Come dire, quando la presunta cura risulta peggiore della malattia. Gli episodi percorrono eventi importanti: Mostra del Cinema di Venezia, Festival dei due Mondi di Spoleto, Festival di Sanremo, Congressi politici. I personaggi sono tutti di altissimo livello e trasudano molta umanità, anche perché feriti e in difficoltà. Mario "Cavallo Pazzo" non lascia mai indifferente nessuno, o lo si ama o lo si odia.